Uomini e donne: quando una società più giusta?

Uomini e donne: quando una società più giusta?
Di Euronews
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Chiede Emilie, dalla Francia: “Buongiorno, vorrei sapere se l’Unione europea prevede di armonizzare le regole riguardanti la parità fra uomo e donna. Vorrei sapere che cosa sarà fatto a livello europeo”

Risponde Cécile Gréboval, segretario generale della Lobby europea delle donne: “Il bilancio che si può trarre è che nella maggior parte dei paesi, e anche a livello dei testi europei, molto è stato fatto sul piano legale.

Certo, poi quando si guarda ai numeri, siamo abbastanza lontani dalla realtà, in tutti i campi: sia sul piano delle ineguaglianze salariali, visto che c‘è ancora uno scarto del 17 per cento in media fra uomini e donne nell’Unione europea, sia sul piano della rappresentanza politica: le donne sono sotto-rappresentate in modo variabile nei diversi paesi. Anche la violenza sulle donne resta una realtà. Quindi, le leggi ci sono, ma si possono sicuramente migliorare, e poi, certo, è un problema di cambiamento degli stereotipi, e credo anche che sia un problema di politica a livello globale. Penso per esempio che non potremo mai avere l’uguaglianza sul lavoro – cioè le stesse opportunità per raggiungere posti dirigenziali, l’uguaglianza salariale… – fintanto che non ci sarà l’uguaglianza nelle case, nella condivisione dei compiti, nel fatto che anche gli uomini prendano congedi parentali, e tutte queste cose.

La lotta contro ogni forma di violenza è la priorità definita dai membri della Lobby europea delle donne in tutti i paesi, intendendo quindi per questo la violenza domestica, la tratta, la prostituzione, le molestie sessuali… Questa è la nostra priorità dal punto di vista strategico.

Un altro punto che è molto importante per noi è che si assiste, per quanto in modi piuttosto vari e diversi nei paesi europei, a un rimettere in discussione tutti i diritti sessuali, sulla riproduzione, sull’aborto.

Allora ci aspettiamo diverse cose da parte della presidenza dell’Unione europea: ci aspettiamo una spinta politica, e in effetti su questi problemi della violenza contro le donne, sarebbe molto importante spingere un po’, perché la Commissione europea resta un po’ fredda. A noi piacerebbe molto che fosse istituito un Anno europeo contro le violenze nei prossimi anni, il prima possibile.

E poi, c‘è tutto il problema dei numerosi dossier bloccati in seno al Consiglio dei ministri dei Ventisette, in particolare una direttiva sul progetto di congedo di maternità.

Speriamo allora che la Polonia, prossimo presidente di turno dell’Unione europea, riprenda in mano questo dossier e cerchi di far sbloccare tutto questo al Consiglio dei ministri”.

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