Kaberuka: il ruolo chiave della Banca Africana per lo sviluppo

Kaberuka: il ruolo chiave della Banca Africana per lo sviluppo
Di Euronews
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C‘è chi è pronto a scommettere che il 21 secolo sarà quello dell’ Africa. Come Donald Kaberuka, il presidente ruandese dell’African Bank of Development Bank, la banca africana per lo sviluppo, uno dei principali attori della politica africana che sta operando per cancellare l’immagine dell’Africa povera per trasformarla in quella di un continente in movimento verso nuove mete.

In un’intervista in occasione dell’assemblea generale dell’istituto a Lisbona il presidente parla del ruolo chiave della banca per le economie dei paesi africani

Annibale Fracasso, euronews:

L’aumento dei prezzi energetici e alimentari rischia di far deragliare gli sforzi della Banca africa per lo sviluppo per far uscire il continente africano dalla crisi economica: cosa state facendo per ridurne gli effetti?

Donald Kaberuka:

E’ vero l’aumento dei prezzi del petrolio e delle materie prime sono fonte di ulteriori problemi. Ma abbiamo costruito un potere economico abbastanza forte per fare fronte allo shock. Spero comunque che la situazione economica internazionale resti positiva: sono fiducioso che possiamo andare avanti

euronews:

La sede della Banca Africana per lo sviluppo é a Tunisi dove é iniziata la rivoluzione dei gelsomini. Quale impatto si aspetta sul continente dalle rivoluzioni nel Maghreb?

Donald Kaberuka:

Un effetto positivo perché le questioni legate alla governance devono essere risolte altrimente l’economia non é piu’ sostenibile. E poi l’Africa come entità geografica che comprende dunque il Nord Africa ha avuto un costo pari al 2% del prodotto interno lordo. Se invece si parla di Africa tranne il NordAfrica allora si registra una crescita del 6%. L’Africa nella sua globalità ha un tasso di crescita del 4%. Ma, a mio parere si tratta di una situazione temporanea, una battuta d’arresto della crescita economica sull’onda delle rivoluzioni, ma resto fiducioso che riusciremo a superare le difficoltà a breve termine

euronews:

Gheddafi si é sempre presentato come leader di primo piano nel mondo africano . Quando ha assunto la presidenza dell’Unione Africana ha svolto un ruolo di trascinatore per lo sviluppo economico del continente: ora é asseragliato nel suo bunker a Tripoli,. Quale é la lezione per i dittatori africani?

Donald Kaberuka:

Non so se Gheddafi parlava a nome dell’intera Africa. Lo sa solo lui ma non sono affatto sicuro che abbia speso molto denaro per lo sviluppo africano. A mio parere la vicenda é stata molto esagerata. Prima si risolve la questione libica meglio é. Perché il popolo libico merita una soluzione e che prima si trova una soluzione il popolo puo pensare alla ricostruzione: il che é molto importante. Quanto alla lezione per i leader oggi la gente con Internet e Twitter é al corrente di cosa succede nel mondo. Tenere in piedi un regime che controlla tutto é molto, molto difficile

euronews:

A fine maggio a Deauville i leader del G8 si sono impegnati a destinare un fondo di 20 miliardi di dollari a sostegno della democrazia in Tunisia e in Egitto per lo piu si tratta d’incentivi e di riduzione del debito. Non crede che per sostenere le democrazie ci vorrebbero soldi veri?

Donald Kaberuka:

Si tratta di una serie di fatti che riguardano solo l’Africa del Nord le cui popolazioni non hanno bisogno di aiuti permanenti, ma necessitano di crediti per lo sviluppo nel settore privato e assistenza per tutto quanto riguarda il problema dei debiti. A mio parere pertanto la decisione presa dal G8 é un insieme di tutti questi strumenti. L’importante é di lavorare insieme appoggiando le ambizioni del Nord Africa: é un bene per l’Africa intera, per il mondo arabo sulle rive del Mediterraneo

euronews:

Barack Obama, il presidente degli Stati Uniti ha intenzione di lanciare un piano Marshall per l’Africa. Quale é il ruolo degli Usa nel continente africano?

Donald Kaberuka:

Gli Stati Uniti sono da sempre un partner piu’ importante per l’Africa: sono i principali azionisti, tra quelli non africani, nel capitale della Banca Africana per lo sviluppo. Naturalmente siamo consapevoli delle sfide che affrontano gli Usa nella zona euro.

euronews:

Quale é il ruolo della Cina in Africa ?

Donald Kaberuka:

Secondo me gli investimenti cinesi in Africa sono molto positivi. Ma ripeto i partner tradizionali ricordano ai nuovi arrivati che possono contare su oltre il 70% del commercio con l’Africa e oltre l’80% di aiuti. Cerchiamo dunque partnership con i nostri alleati tradizionali, con i nuovi arrivati e anche con gli stessi africani. Tre forme di partnership che vogliamo incoraggiare.

euronews:

Non crede che sia tempo oer una nuova partnership tra l’Unione Europea e l’Africa?

Donald Kaberuka:

A Lisbona in occasione di un vertice Unione Europea -Africa il risultato é stato piuttosto positivo. Ma in quanto africano mi interessa una nuova dinamica con l’Europa. I due continenti hanno alle spalle una lunga storia , ma cio che cerchiamo oggi é un nuovo approccio simile a quello con la Cina. Come fare in modo che gli Europei guardinp alle imprese africane come un’opportunità? Come fare per lavorare insieme per far crescere il potenziale africano? Il che sarebbe un’ottima cosa specie per le imprese europee. Basti pensare al Portogallo, Spagna, Italia e tutti i paesi affacciati sul Mediterraneo.

euronews:

Ma prima di sviluppare progetti in comune l’Unione europea chiede che siano fatte riforme politiche in Africa

Donald Kaberuka:

Non spetta agli Europei fare le riforme in Africa cosi come non spetta agli Africani fare le riforme in Europa. Non mancano infatti paesi europei che necessitano di riforme politiche. Quello c he voglio dire é sono gli stessi paesi africani in cerca di una riforma politica. La rivoluzione in Tunisia non é certo stata fatta su ordine degli Europei: é stata messa in atto dagli stessi tunisini nonostante gli scarsi aiuti europei in tal senso. Non credo dunque sia un problema : é come si reagisce alla richiesta di cambiamento, un cambiamento inoffensivo. é questo cio che conta veramente.

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