Anna Nicole, l'opera

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Di Euronews
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La sua esistenza fu una soap opera: un’ascesa folgorante e una caduta rovinosa, da modella di Playboy a protagonista di un’eredità contesa, sino alla morte prematura.

La vita di Anna Nicole Smith oggi è un’opera, in scena alla Royal Opera House di Londra.

Il primo marito aveva 16 anni; il secondo 89.

“Fu una donna estremamente eccentrica, racconta il librettista Richard Thomas. La sua ascesa ha dell’incredibile, così come è commovente l’orribile e tragica fine della sua vita. Il declino è iniziato quando si è messa in testa di ottenere la metà della fortuna del vecchio marito: dieci anni in causa. E’ una storia in qualche modo esemplare: non esiste denaro facile – anni spesi per ottenere tutti quei milioni e alla fine non ha visto un centesimo.”

Come raccontare l’esistenza di questa icona della stampa spazzatura, una self-made woman ambiziosa e vulnerabile, rappresentazione di una certa America? Con quale musica e quale linguaggio utlizzare?

“Nel libretto, continua Thomas, ci sono parecchie espressioni scurrili, è un linguaggio molto attuale, anche con riferimenti ai musical e alle canzoni pop.

È una lingua che riflette la parlata quotidiana mescolata a versi in rima e momenti di poesia. C‘è una grande dinamica, ritmo, tensione, e anche un attrito tra parole e musica. E funziona!”

La musica è un mix di stili diversi, pop, Rhythm and Blues, soul, con frequenti incursioni nel jazz.

“Per i cantanti, spiega il direttore d’orchestra Antonio Pappano, non è facile perché qui la comprensione delle parole è fondamentale, e sono parole che debbono suonare americane, a tratti con accenti quasi pop, ossia con quella stessa libertà e duttilità.Iin più, Mark-Anthony Turnage, il compositore, ha scritto delle vere e proprie arie d’opera per Anna Nicole, che vanno cantate come se fosse Tosca.”

Anna Nicole Smith: una vita caotica, un prodotto inventato e commercializzato per suscitare desiderio; diceva di voler ‘stuprare il sogno americano’ – sono parole sue. E’ morta a 39 anni, sul lastrico, per overdose da farmaci.

“Nell’opera, racconta ancora Pappano, il personaggio della madre a un certo punto dice, più o meno: abbiate cura dei votri figli, perché questo è un mondo pericoloso’. Ed è vero: ci sono dei rischi nella vita, da correre, se si vuole, ma questo mondo, e questa avventura con la A maiuscola che chiamiamo vita, fanno paura.”

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