Thailandia, Primo Ministro: "Presto nuove elezioni"

Thailandia, Primo Ministro: "Presto nuove elezioni"
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Di Euronews
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In Thailandia ci sono state nuovamente forti proteste contro il governo, ma nulla di paragonabile con le sanguinose manifestazioni dell’anno scorso. Al Forum dell’Economia Mondiale in Svizzera abbiamo incontrato il primo ministro tailandese Abhisit Vejjajiva.

Isabelle Kumar – euronews:

Ci sono stati nuovi scontri fra i rossi, vostri oppositori, e i gialli che vi sostengono. La Thailandia è di nuovo nel caos?

Abhisit Vejjajiva, Primo Ministro tailandese:

No, non penso: il Paese attualmente è più stabile. La revoca dello stato d’emergenza ha permesso a questi gruppi di esercitare i loro diritti in maniera più libera: dopo gli avvenimenti di aprile-maggio abbiamo avuto infatti manifestazioni per tutto il resto dell’anno. Ho già detto che nel 2011 si andrà alle urne, per cui penso che ora tutti dovrebbero concentrarsi su come far andare avanti il Paese dopo le elezioni.

euronews:

Quando si terranno le elezioni?

Vejjajiva:

Ho messo tre condizioni. La prima è l’economia. Confidiamo nella solidità della ripresa, siamo cresciuti dell’8% lo scorso anno e questo slancio prosegue tuttora. Stiamo per completare gli emendamenti legislativi sul sistema elettorale: il Parlamento ha stabilito le regole del gioco, dunque ciò dovrà essere fatto il prossimo mese. Se si continuerà in questo clima di stabilità penso che le condizioni siano buone per tenere le elezioni.

euronews:

Siete pronti a chiamare nuovamente l’esercito se queste proteste cresceranno?

Vejjajiva:

Noi speriamo che ciò non accada perché abbiamo detto che, se tutti vogliamo veramente che il Paese vada avanti, saranno indette elezioni al più presto.

euronews:

Non ha risposto alla mia domanda: ricorrete all’esercito?

Vejjajiva:

Il mio lavoro è di garantire l’ordine, di assicurare il rispetto della legge. Dobbiamo far applicare la legge quando possiamo, ma noi abbiamo sempre dimostrato grande tolleranza. Ancora una volta vogliamo utilizzare queste ragioni per portare tutte le parti a riconoscere che stiamo andando verso le elezioni e che le soluzioni dovranno arrivare dalle urne.

euronews:

Quando è diventato premier si è aspettava questo spargimento di sangue?

Vejjajiva:

Certamente no e non sarebbe successo se alcuni manifestanti non fossero stati armati. Abbiamo dimostrato nel 2009 che si possono organizzare manifestazioni in maniera pacifica. Purtroppo alcuni gruppi armati si sono infiltrati nel movimento, causando problemi e violenza, e abbiamo dovuto ristabilire l’ordine.

euronews:

Human Rights Watch non è d’accordo. Pensa stia realmente rispondendo alla sua preoccupazione?

Vejjajiva:

Sì, e trovo spiacevole che alcuni rapporti siano basati su testimonianze di parte. Siamo molto disponibili. Ho incontrato alcuni di questi gruppi rispondendo ai loro timori, come sempre. C’erano per esempio molti leader rossi che erano detenuti e sono stati liberati. Le corti di giustizia hanno rilasciato un certo numero di persone nella totale indipendenza. Vogliamo lavorare sulle questioni dei diritti dell’uomo e l’abbiamo sempre fatto.

euronews:

Se è così perché ci sono ancora manifestazioni nelle strade?

Vejjajiva:

Non si può soddisfare tutti e ci possono essere differenze fondamentali tra quello che pensano loro e quello che credi tu. La chiave è il rispetto reciproco e della legge. Ho sempre detto che avevano il diritto di manifestare ma che dovevano farlo pacificamente, senza armi.

euronews:

Parliamo di economia, d’altronde siamo a Davos…La Cina vi preoccupa? Può ostacolare la vostra crescita economica?

Vejjajiva:

Al contrario, penso che la Cina ci fornisca un motore di crescita significativa. Ci sono opportunità di commercio, è il più grande mercato: la Cina partecipa attivamente a investimenti importanti nelle infrastrutture, non solamente in Thailandia ma anche nella subregione del Mekong. Naturalmente so che siamo concorrenti ma abbiamo un mercato di nicchia in un certo numero di settori industriali e penso che la Cina abbia dato un contributo positivo alla nostra ripresa.

euronews:

Qui al Forum Economico di Davos, ha l’impressione che i leader mondiali vi stiano osservando e giudicando?

Vejjajiva:

Penso che riconoscano la forza e la capacità di reazione che ha avuto Thailandia. Siamo riusciti a ottenere un impressionante tasso di crescita venedo a capo della crisi senza un grosso impatto su impiego, debito pubblico e prodotto interno lordo. Dunque penso che un certo numero di leader vogliano cogliere l’opportunità di impegnarsi un po’ più con noi. Alcuni di loro riconoscono che siamo passati attaverso fasi politiche difficili ma penso che sappiano che i principi secondo i quali ha agito l’attuale governo sono in linea con l’idea che hanno di democrazia.

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