Riscaldamento del pianeta, scienziati divisi

Riscaldamento del pianeta, scienziati divisi
Di Euronews
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Inverni più corti e iceberg più piccoli, in Groenlandia sono i segnali dell’aumento della temperatura.

Nel 2007 lo scioglimento dei ghiacci marini aveva segnato il record; nel 2008 il dato è stato più contenuto, quest’anno è sceso ulteriormente.

Una conferma per gli scettici del cambiamento climatico, come il professore Karlen, dell’Università di Uppsala.

“Il ghiaccio nell’Artico ha subito un processo di scioglimento per un pò di tempo, intorno al 10% o qualcosa del genere”. Ma ora sta aumentando comunque. Questi cambiamenti probabilmente sono riconducibili alle correnti del Pacifico”.

Secondo altre autorevoli opinioni, il ruolo dei ghiacci artici che nel suolo contengono grandi quantità di carbonio, è minacciato dal riscaldamento climatico dovuto all’azione dell’uomo.

Lo spiega professore Henning Rodhe, membro del IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite)

“La scomparsa dei ghiacciai dell’Artico più o meno completamente, in ogni stagione estiva, implica numerosi cambiamenti per l’ecologia, la natura e la presenza dell’uomo nell’Artico”.

Stesso fenomeno e stessa controversia nella regione artica di Yamal in Siberia. Qui il geografo Fyodr Romanenko controlla lo scioglimento del permafrost, un terreno congelato dall’Era Glaciale, trentamila anni fa.

“Questo è il suono del permafrost, è la sua voce “

A differenza del suolo attivo, il permafrost non libera carbonio, ma quando la temperatura aumenta e avviene il disgelo, i microbi in esso contienuti diventano attivi.

“L’insieme di questo materiale organico che è depositato qui, contiene una notevole quantità di metano che sarà sprigionata nell’atmosfera nel momento dello scioglimento”.

A Mosca, la responsabile scientifca dell’Istituto della Criosfera della Terra, Maria Leibman, esprime il suo scetticismo circa le conseguenze dell’impatto umano sul permafrost.

“Si tratta di un corpo biologico che si sviluppa nel tempo geologico, cioè in milioni di anni. Gli anni di attività umana sono una piccola porzione di tempo che non può aver provocato effetti”.

Fenomeni naturali o conseguenze dell’azione dell’uomo, la questione resta il cuore del dibattito.

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